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Ammaestramenti dei moderni

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Con il corredo di un elegante Almanacco pel 1885 (così nel frontespizio, a testo: Calendario pel 1885), "Ammaestramenti dei moderni raccolti da un romito di libreria. Amore - Amicizia - Arte" di Giovanni Faldella (Saluggia 1846-1928) vide la luce a Torino nell'estremo scorcio del 1884, con la data 1885, presso la casa editrice Roux e Favale, dopo una prima stampa in undici puntate su «Serate Italiane» di Giuseppe Cesare Motineri e sulla «Rivista Minima», diretta da Antonio Ghislanzoni e Salvatore Farina, tra il 23 dicembre 1877 e il 13 ottobre 1878. In "Ammaestramenti dei moderni" il non ancora quarantenne protagonista della Scapigliatura piemontese, che ha già pubblicato notevoli resoconti di viaggio ("A Vienna. Gita con il lapis", 1874, "Un viaggio a Roma senza vedere il papa", 1880, "Roma borghese. Assaggiature", 1882), cronache parlamentari ("Salita a Montecitorio", 5 voll., 1882-1884), bozzetti e racconti ("Il male dell'arte", 1874, "Figurine", 1875, "Rovine. Degna di morire. La laurea dell'amore", 1879, "Una serenata ai morti", 1884), dispone una costellazione di sentenze collegate da una serie di essenziali commenti d'autore, che illuminano le linee del suo pensiero e le più intime ragioni delle sapienti spigolature letterarie compiute tra classici e moderni. L'opera, che riprende e innova il genere degli «ammaestramenti degli antichi», collocandosi in un solco ottocentesco percorso da nuove, più inquiete intenzioni e sollecitazioni pedagogiche e civili, non è soltanto una raccolta di istruttive e talora bizzarre moralità, ma, fondamentalmente, il punto d'approdo di un ininterrotto dialogo dello scrittore con se stesso a specchio delle pagine di «antiche e care conoscenze», rispetto alle quali la voce di Faldella funge da originale, inconfondibile contrappunto.
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