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Grande guerra grande fame. La voce della coscienza è ben debole quando le budella urlano
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Da sempre, la fame è stata una potente arma nelle guerre. Lo stesso Napoleone, che di battaglie e di campagne di guerra ne sapeva qualcosa, scrisse che "per gli stomaci vuoti non esistono né obbedienza né timore". Il conflitto mondiale 1914-1918 non fece eccezione. La Gran Bretagna con la sua flotta mise in atto un rigido blocco navale ai danni degli Imperi Centrali, la Germania rispose con l'insidiosa guerra sottomarina. Per tutti i paesi belligeranti, che avevano creduto in una guerra breve, presto divenne chiaro che le condizioni di vita generali sarebbero cambiate in peggio. Vennero introdotti i razionamenti alimentari, le tessere, i bollini, le requisizioni, gli ammassi. Durò più a lungo chi poté ricevere, soprattutto dall'America, aiuti e provviste tali da superare le emergenze. In questo quadro soffrirono i soldati al fronte (questo, per dei combattenti, era da mettere in conto), ma patirono soprattutto i civili, quelli più deboli. Queste pagine cercano di raccontare qualche sprazzo di storia e di storie non ben conosciuti o addirittura ignorati. Un ricordo, infine, di coloro che di fame morirono.
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