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Lettere al fratello Luigi e agli scrittori piemontesi (1832-1853)
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Dopo la liberazione dallo Spielberg Silvio Pellico torna a vivere a Torino prima in casa dei genitori poi a palazzo Barolo (una scelta dovuta alla morte tra il 1837 e il 1838 di entrambi i genitori dello scrittore, una situazione che cambierà di poco, quando Pellico, ormai avanti negli anni, ritroverà la contessa Cristina Archinto Trivulzio, che aveva amato, prima dell'arresto), come segretario della marchesa Giulia Falletti di Barolo che per quasi vent'anni aiuterà nelle su opere di beneficenza e in particolare nella conduzione di una sala d'asilo, destinata ad accogliere i bambini poveri dai 2 ai 6 anni che i genitori, impegnati per molte ore nel proprio lavoro, spesso finivano per trascurare. Queste lettere testimoniano, dunque, il rapporto di confronto e in alcuni casi (come per es. con Cesare Balbo e Giovanni Vico) di amicizia tra Pellico e gli altri scrittori attivi nel Piemonte dell'epoca.
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