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L'inganno delle pensioni. Come l'austerity previdenziale è stata usata per fare cassa alimentando lo scontro generazionale

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Perché se viviamo un anno in più, per andare in pensione siamo costretti a lavorare un anno in più? Perché la riforma Fornero ci ha fatto credere che il sistema contributivo sia l'unico possibile in Europa, quando lo adottiamo solo noi, la Svezia e la Lettonia? Perché l'Italia è diventata il Paese con l'età pensionabile più alta del continente, mentre in Francia e Germania l'età pensionabile è addirittura scesa? Perché gli 80 miliardi di risparmi sui conti pubblici che la riforma Fornero ha già prodotto sono intoccabili? Il saggio risponde a queste e altre domande mettendo in discussione i dogmi che ci sono stati inculcati negli ultimi anni, con il racconto e la spiegazione comprensibile a tutti di come sulla previdenza in Italia la propaganda dell'austerità e del neoliberismo abbia colpito quanto in nessun altro Paese del mondo. Ripercorrendo i sei anni trascorsi dalla riforma Fornero - dal dramma degli esodati all'Ape, dal meccanismo dell'aspettativa di vita (che si adegua in maniera illogica al solo periodo di lavoro e ha già rubato a tutti sei mesi di pensione) alla mancanza di una pensione di garanzia per chi ha subito precarietà e periodi di disoccupazione - l'autore dimostra che il sistema si può e si deve modificare profondamente. L'inganno delle pensioni sta alimentando uno scontro generazionale che porta a considerare i pensionati - anche quelli vicini alla soglia di povertà - come privilegiati, mentre i giovani, i quarantenni e tutti i precari non sperano nemmeno in una pensione di garanzia che consentirebbe loro di guardare con meno paura al futuro.
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