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Memorie sulla Shoah in Croazia. La testimonianze dirette di tre sopravvissuti
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Memorie di un ceramista di razza"... era il titolo della voluminosa pubblicazione che Paul Schreiner, ebreo croato di Zagabria, successivamente cittadino israeliano e italiano, aveva fatto stampare a Novara nel febbraio 2011, presso la tipografia "Sorrentino" in sole 50 copie, per uso famigliare. Sulla copertina dell'edizione privata campeggiava la riproduzione del dipinto Vele nere (Crna jedra) di Edo Murtic, il maggior esponente della pittura croata astratta del secondo Novecento, e amico dell'autore. Il libro è la voce dell'intimità di tre membri della rinomata famiglia di imprenditori Schreiner, i quali hanno trovato la forza e il senso del dovere, nei confronti dei posteri, per riferire, attraverso la memoria della mente e del cuore, la messa in atto delle leggi razziali contro gli ebrei, sul suolo della Croazia di Ante Pavelic. Paul Schreiner vi ricorda i tetri eventi che lo hanno visto privato, tredicenne, degli affetti della sua numerosa famiglia: venti uccisi, sette sopravvissuti, di cui cinque salvati dagli italiani. Alle proprie memorie l'autore ha voluto aggiungere quelle dei cugini di suo padre, Ivo Reich e Medea Brukner, di cui Ivo scampato al famigerato campo ùstascia di Jasenovac, e Medea, con i suoi due figli minorenni, a ben nove campi tra Croazia e Bosnia: Metajna, Slano, Gospic, Jaska (comunemente usato per Jastrebarsko), Jasenovac, Brod, Kruscice, Zlatar, Lobor-Grad.
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