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Milano mettiamoci una pietra sopra
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Strabiliante Milano! Chi potrebbe mai pensare che una targa su una casa di ringhiera a Porta Volta svela che lì nel 1933 faceva il lavapiatti il futuro leader vietnamita Ho Chi Minh? O che Albert Einstein ha vissuto dai 15 ai 21 anni nello stesso palazzo di via Bigli dove mezzo secolo prima teneva salotto la contessa Clara Maffei? O che Petrarca ha abitato per sei anni tra via Lanzone e il buen retiro di Cascina Linterno, oggi dietro a San Siro, dove chiede di essere seppellito, ma poi è costretto a lasciare in gran fretta la città per sfuggire alla peste? Altra scoperta: dietro a piazza Duomo, in un palazzo della Croce Rossa, nell'estate 1918 vive il ragazzo del '99 Ernest Hemingway che è stato ferito dagli austriaci sul Piave: l'amore con un'infermiera ispirerà il suo romanzo "Addio alle armi". Anche Mozart soggiorna più volte a Milano, dove in totale passa addirittura uno dei 35 anni della sua breve vita. Ad amare alla follia la città è Stendhal, che la definisce "bellezza perfetta", mentre per Leopardi è solo "un luogo dove 120 mila uomini stanno insieme come 120 mila pecore". In via Solferino 27, di fronte all'enoteca Cotti, Giacomo Puccini vive per tre anni e scrive "Manon Lescaut, Bohème" e "Tosca", mentre il suo collega Giuseppe Verdi (quasi nessuno sa che è sepolto a Milano, in piazza Buonarroti 29) muore nel 1901 in un albergo di via Manzoni e a dargli l'estrema unzione è il prevosto di San Fedele, confessore negli ultimi anni di vita del milanese Alessandro Manzoni.
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