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Storia senza memoria. Rossellini, Chabod, Il portico d'Ottavia e altri saggi
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Vari gli argomenti trattati in questo saggio, quello del passaggio del regime in Italia dopo la seconda guerra mondiale, vengono citati due personaggi eminenti della cultura italiana, Roberto Rossellini, che si distinse per un incredibile silenzio sul tema del razzismo italiano e Federico Chabod, che sullo stesso tema brillò per la sua ostinata negazione dell'evidenza. Un altro esempio di latitanza storiografica per omissione, riduzione o capziosità giustificativa è l'episodio dello Judenrat del ghetto di Varsavia, (novembre 1940 - maggio 1943) l'aberrante organo di autogoverno istituito dalle autorità tedesche di occupazione, con eminenti compiti di ordine pubblico e di cooperazione al docile trasferimento della popolazione ebraica nei luoghi della Endlösung. Ne fa degnamente eco il film (Il pianista) che Roman Polanski ha dedicato al ghetto di Varsavia. Non altrettanto la storiografia, che per varie ragioni di opportunità, preferisce insistere su un altro momento significativo di quella disperata vicenda, l'eroica insurrezione finale dei sopravvissuti contro l'esercito di occupazione. Altro argomento quello della dittatura dei militari in Argentina nel 1976.
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