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Studi e ritratti della Rinascenza
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Il 1860 segnò nell'Italia meridionale un rivolgimento anche nei rispetti della cultura. Con le vittorie di Garibaldi si ebbe il ritorno all'operosità e alla patria di tutti i letterati, i filosofi, gli scienziati, i giuristi, che la reazione seguita al 1848 aveva gettati negli ergastoli o cacciati in esilio. Quel decennio o dodicennio, corso tra il 1848 e il 1860, era stato tra i più squallidi della cultura napoletana. Ma, nel 1860, coloro che erano stati cacciati "tornar d'ogni parte", e, giovani ancora quasi tutti e senza grado sociale prima del carcere e dell'esilio, tornavano maturi d'intelletto e d'esperienza, con l'autorità e la forza che loro conferiva l'avere preparato il nuovo ordine di cose. Ministro d'istruzione della Luogotenenza a Napoli (come, l'anno dopo, a Torino, del Regno d'Italia) fu per l'appunto il De Sanctis, il quale rifece da cima a fondo l'università di Napoli nello spazio di otto giorni, collocò a riposo trentadue aquile di professori, e per le nomine da lui fatte si stabilì nell'università napoletana un gruppo di uomini, per valore scientifico, per altezza d'animo, e talora per queste due doti congiunte, rarissimo.
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