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Studi sulla Persia sasanide e suoi rapporti con le civiltà attigue
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In questo volume sono raccolti dieci articoli di alcuni tra i massimi conoscitori di faccende collegate ai Sasanidi riunitisi in due diversi convegni. Suo scopo è quello di far rivivere un'epoca molto feconda per la cultura e l'arte persiana dal punto di vista dei suoi rapporti con i regni circostanti con particolare rilievo per quelle che sono le testimonianze conservate nei testi scritti come nelle opere d'arte figurativa. La dinastia dei Sasanidi (224-651) rappresenta a detta di molti studiosi una sorta di "età dell'oro" dell'arte e della civiltà persiana. Il loro dominio si estendeva su un territorio ben più vasto dell'Iran attuale comprendendo, infatti, anche la regione mesopotamica, quella caucasica, il versante arabo del Golfo Persico, buona parte dell'Asia centrale (Afghanistan, Tajikistan, Uzbekistan e Turkmenistan meridionali) nonché quasi tutto il Pakistan. "Re dei re" celeberrimi quali Ardashir I, Bahram V Gur e Cosroe I Anushirvan sono ricordati tanto nella leggenda quanto nella storiografia islamica arabo-persiana quali sovrani illuminati propensi non solo a acquisire nuovi territori ma anche a coltivare le lettere e le arti, i cui rapporti con i regni confinanti - tuttavia - non possono considerarsi sempre idilliaci. Gli stessi imperatori romani si sarebbero presto resi conto della potenza bellica sasanide come era avvenuto all'epoca del sovrano Shapur I. Questi, verso la meta' del III secolo d.C., aveva ripetutamente sconfitto i romani in Siria arrivando persino a catturare in battaglia l'imperatore Valeriano poi morto in cattività, forse a Bishapur, nell'odierna provincia iraniana del Fars. Proprio li' si trovano alcune iscrizioni e ben tre rilievi rupestri atti a celebrare l'impresa di Shapur. Anche sul fronte centrasiatico, i Sasanidi si trovavano costantemente in guerra contro le popolazioni unniche e, successivamente, turchesche sempre propense a occupare regioni quali Margiana, Battriana, Sogdiana culturalmente connesse ai persiani e da loro a lungo occupate con la forza. Nonostante una corposa mole di informazioni sui Sasanidi si sia conservata grazie all'opera di autori greci e latini a loro contemporanei e, successivamente, anche arabi e persiani, poco resta nelle fonti dirette rappresentate principalmente da qualche iscrizione ufficiale fatta incidere su pie - tra, dalla numismatica e dalla glittica. Piuttosto ostili ai Sasanidi sono poi gli scritti in siriaco, armeno e georgiano principalmente per motivi religiosi poiché, fino all'islamizzazione, i persiani aderivano al cosìddetto zoroastrismo. Sebbene non si possa parlare di uno stato costante di persecuzioni nei confronti degli altri credi, è indubbio che il clero zoroastriano abbia avuto momenti di grande conflittualità con ebrei, cristiani, buddisti, manichei e altri gruppi ancora. Esattamente come per tutti gli altri aspetti della civiltà sasanide, anche la forma religiosa in auge alla corte persiana dell'epoca si presenta allo studioso sfuggente e di difficile trattazione.
Folgt in ca. 15 Arbeitstagen